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Pelosa


Dal 16 al 30 giugno 2022

5 artiste a confronto con l’animalità del contemporaneo, nella vita e nell’arte. Tra pelo vero e proprio ed animali totemici.

Il pelo, la primitiva vestige del nostro corpo; da feticcio del desiderio a disprezzabile dettaglio estetico, da pudico indumento di una Maddalena penitente a ispida bandiera di ribellione e indipendenza. Mi è sembrato doveroso affrontare una mostra su questo tema, in questo periodo storico, in cui pensiamo di poterci distaccare dalla natura bestiale dell’uomo; attraverso la negazione di essa, negazione della violenza diretta, negazione della morte, persino davanti a guerre e pandemie, lontane o vicine siamo sempre difronte alla convinzione di poter diventare divinità lisce, asettiche, perfette. Ma non è così; la peluria, il ritorno alla natura o la consapevolezza di farne parte, sarà la chiave di questa mostra. Queste quattro artiste si confrontano con il pelo come elemento ancestrale di un’identità umana la cui animalità è ancora presente, a volte celata e in attesa di colpire, a volte visibile a tal punto da creare istintivamente il distacco da qualsivoglia predatore. Colorate bestie totemiche, spiriti guida su tela, daimon d’artista; proiezioni di questo nostro legame indissolubile con il primordiale istinto di sopravvivenza e affermazione. Arianna e Camilla si interrogano attraverso la pittura, su entità primigenie, bestiali a volte mostruose. La prima: tramite una ricerca sintetica e silenziosa fatta di timidi dettagli al microscopio e sguardi di grande intimità. Bestie pelose che ti tengono a distanza, ma indagate quasi a contatto ravvicinato, in un immersione che passa dal timore all’affetto. Camilla invece; ci porta in un mondo caotico e colorato, un horror vacui di pensieri dove bestie frenetiche appaiono e scompaiono, quasi a protezione della superficie su cui sono stati riportati. Ilaria e Laura invece attraverso l’istallazione si interrogano sulla metamorfosi di oggetti quotidiani: Ilaria ci mette alla prova attraverso uno sguardo a tratti ironico, con oggetti potenzialmente pericolosi: spade, seghe, coltelli, ricoprendo di piume le parti affilate. Inserendoci in una riflessione sulla desensibilizzazione alla violenza che vive il nostro secolo. Tecniche di attacco e difesa; perché queste lame ricoperte di piume di struzzo rosa, possono sembrare buffe e innocue, ma comunque sempre pronte a mordere a reagire. Laura con l’installazione Pelo Pudico, affronta attraverso la memoria-sogno, un’introspezione datagli dal disagio esistenziale-sessuale del dover celare parti o produzioni del proprio corpo, costruendo un proto-stendino in cui la biancheria prende il posto del corpo, producendo pelo e sangue, materia organica privata, esposta al sole di tutti.

Filippo Maestroni.

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